INSIEME PR CONOCERE, Internet sostituirà la piazza delle antiche democrazie?

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carloceruti
view post Posted on 31/8/2009, 16:15




Il forum di INSIEME PER CONOSCERE in internet.
IPC è la sigla di INSIEME PER CONOSCERE indirizzo: http://insiemeperconoscere.forumfree.net/ L'iscrizione è gratuita. Rivolgersi alle signore Alida Marchetti, Romana Riva o a Carlo Ceruti
Chi desiderasse un corso di internet presso una scuola di Morbegno lo segnali a ……………..
Internet sostituirà la piazza delle antiche democrazie?
Prima della invenzione della stampa, i governi popolari, le cosiddette democrazie, potevano funzio-nare solo nelle piccole tribù o nelle singole città. Se le democrazie si allargavano perdevano il con-tatto con il popolo e si trasformavano in dittature. Se restavano piccole venivano soggiogate dai po-tenti regni vicini.
La stampa permise la diffusione delle informazioni, lo sviluppo della cultura popolare e il suffragio universale. Ma la stampa richiede costosissime macchine e una grande rete di distribuzione e i pote-ri forti la controllarono. Anche la radio e la televisione non ebbero sorte migliore.
Internet ci permette di costituire delle grandi comunità e noi dobbiamo usarla, dobbiamo leggere le proposte altrui e rispondere o proporre nostre idee. In internet ogni cittadino può farsi attore ed e-sprimere la propria opinione.
Le nonne, i nonni e tutti noi dobbiamo usare internet.
I nipoti usano internet e seguono le abitudini dei compagni, ma desiderano confrontarsi con gli an-ziani. Noi dobbiamo adeguarci ai tempi, nel rispetto del bene comune. Se le nonne raccomandano ai nipoti di non perdere tempo in internet senza saper che cosa essa sia, non sono efficaci. Se il giova-ne scopre che le nonne frequentano con preoccupazione alcuni siti internet di politica, di ecologia, ecc. e non gliene parlano per riguardo alla tenera età, allora egli cercherà con la massima attenzione di scoprire di che si tratta.
Il fascismo vietava molti libri stranieri. Chi andava in Svizzera o in Francia ne importava qualcuno, che poi circolava clandestinamente tra gli amici. Un pomeriggio mia nonna e la vecchia prozia, ex insegnante di tedesco al liceo scientifico, conversavano preoccupate e io fingevo di essere intento a giocare per timore che mi allontanassero affinché non ascoltassi. La zia aveva letto IL TRAMONTO DELL'OCCIDENTE di Spengler (prevedeva il tramonto dell'Europa) e lo raccontava alla nonna, che ricambiava con l'opera di un inglese tradotta certamente in francese perché la nonna non conosceva altra lingua straniera. Questi esponeva ai connazionali quanto sfruttassero le colonie africane e le Indie e prediceva che quei paesi si sarebbero ribellati in occasione di una guerra mon-diale. Quei ragionamenti influirono su di me. Erano più convincenti degli "immancabili destini di Roma" proclamati da Mussolini e dalla maestra sua ammiratrice.
La frequentazione appassionata del nostro circolo internet potrebbe aiutarci a dare il buon esempio ai giovani. Nel forum di IPC già ci sono ricordi passati e quest'anno pubblicheremo:
la presentazione di alcuni relatori, i testi o le registrazioni di alcune conferenze settimanali e i dibattiti relativi,
le foto e i ricordi di viaggi, spettacoli e cene.
Ma tratteremo anche i più gravi problemi contemporanei:
la falsità che ci colloca al 51 esimo posto nella classifica mondiale delle nazioni,
quanto decadremo?
quali sono i nostri doveri morali come popolo e come singoli?
I migliori degli occidentali, europei e nordamericani, sono buoni ed onesti tra di loro e così credia-mo di esserlo realmente. Invece siamo ladri e criminali verso l'80% dell'umanità. Questo non ce lo dice il nostro prossimo e noi cerchiamo di ignorare la verità.
Quando l'estremo oriente è entrato in contatto con l'occidente, i giapponesi ne assimilarono la tecnica, mentre i cinesi preferirono chiudersi in se stessi e salvaguardare la loro splendida civiltà. Così decaddero e furono sfruttati dagli inglesi e da tutto l'occidente. I cinesi cambiarono solo dopo molti milioni di morti per la miseria e per la fame,. Lo stesso accadrà a noi se ci chiudiamo nella di-fesa della nostra civiltà, delle lingue, e delle tradizioni. I cinesi studiano le ingiustizie subite, deside-rano vendicarsi e ci riusciranno presto se non ci affrettiamo a cambiare. Nel nostro forum è già di-sponibile la storia dei soprusi subiti dalla Cina. Il 30 maggio 1995 Giorgio Anselmi segretario na-zionale del Movimento Federalista Europeo ha scritto: <<popoli più coraggiosi e forti, perché uniti politicamente, si stanno affacciando sulla scena della grande politica mondiale, come la Cina e l'In-dia, che presto dialogheranno alla pari con gli USA, la Russia e il Giappone. Gli Sati nazionali eu-ropei, divisi e impotenti, finiranno per perdere insieme alla loro dignità e indipendenza, anche il be-nessere e la pace>>
Il nostro direttore ha già aperto in internet due discussioni: <<la CRISI: Quale crisi?>> <<affari E POTERE: miopia in movimento>>. Sarebbe bello che molti aprissero delle discus-sioni nel forum di IPC in internet o rispondessero alle discussioni degli altri.
Alessandro Gilioli. (testo parziale)
L'ultimo rapporto dell'Ue sull'uso di Internet in Europa è da far venire i brividi sulla schiena. Non solo gli italiani sono all'ultimo posto per frequentazione della Rete, ma anche che 30 milioni di per-sone in questo paese non hanno mai, in vita loro, guardato una pagina Web.
Si tratta di dati tristi, rivelatori di un paese chiuso in se stesso, poco curioso, indifferente allo stru-mento che più di ogni altro consente di aprire le finestre della mente e di pluralizzare le proprie fon-ti d'informazioni.
A fronte di questo gap che ci condanna alla senilità e all'isolamento, che cosa può fare la politica? Finora, quando si è occupata di Rete, questa si è mossa solo per inibirla o soffocarla: dalle proposte di legge censorie firmate D'Alia o Carlucci, fino al recente articolo ammazza-blog nel disegno di legge Alfano. In queste condizioni, secondo molti, è meglio che la politica non faccia assolutamente nulla, perché altrimenti produce solo danni.
Ma la situazione è giunta al punto in cui, invece, la politica deve muoversi: non solo in termini di infrastrutture (la nostra banda larga è anch'essa al di sotto della media europea) ma anche e soprat-tutto in termini educativi e culturali. Se, ad esempio, una parte dei soldi destinati alle campagne per il digitale terrestre fossero stati investiti nella diffusione della Rete, si sarebbe reso un servizio mi-gliore al Paese.
5 Domande per 1 Candidato. Risponde Giovanna Melandri. (Testo parziale)
1 domanda. Rete e partecipazione
Il Partito Democratico è il primo partito italiano che riconosce la partecipazione alla vita politica tramite la Rete. E’ il primo partito che ha parificato i circoli territoriali ed ambientali con i circoli interamente online. Il “Circolo Pd Obama” è il primo circolo che si è formato, appena a ridosso dell’approvazione dello Statuto. Che cosa ne pensa di questa innovazione? E, secondo lei, quanta importanza ha la Rete per questa campagna elettorale (quella del Pd e la sua personale)?
La rete è uno spazio virtuale di incontro e scambio con qualità sempre più simili a quelle dello spa-zio cosiddetto «reale». A rifletterci, non sono poi così differenti un circolo territoriale e un circolo online, una volta che si assume la rete come un «territorio». Un territorio frequentato ogni giorno da centinaia di migliaia di persone, che consente di superare limitazioni di tempo e di spazio, oltre che di mobilità (basti pensare a chi ha problemi di salute, deambulazione, eccetera). Si tratta di uno strumento straordinario che fa parte della vita di tutti i giorni di milioni di cittadini che comunicano e agiscono attraverso un personal computer, a cui non solo è giusto riconoscere pari dignità, ma ver-so i quali è necessario che la politica cominci a rivolgere più attenzioni. In futuro sempre più cose potranno essere fatte attraverso la rete, e internet sarà sempre più uno strumento capace di massi-mizzare la partecipazione attiva. Credo che già in questa campagna elettorale internet stia svolgendo un ruolo di primo piano. Se si va a guardare, il layout dei siti dei vari partiti politici dicono già mol-to della visione del mondo e della società delle rispettive forze. Il sito del Pd è dinamico, moderno, inclusivo, rompe gli schemi del passato e ha un’interfaccia intuitiva e amichevole, ricca di contenuti multimediali, che per vocazione dà molta importanza all’interattività e all’interscambio con i navi-gatori. Io dedico molta attenzione alla comunicazione online. Il sito www.giovannamelandri.it è ag-giornato in tempo reale con comunicati, dichiarazioni, notizie, iniziative, foto e video che racconta-no la mia campagna elettorale. E ogni giorno scarico e leggo le e-mail che i cittadini mi scrivono, cercando di dare sempre risposte esaurienti.
 
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