Il problema energetico, da aggiornare

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carloceruti
view post Posted on 7/11/2009, 09:52




IL PROBLEMA ENERGETICO
PREMESSA. Per semplicità i tecnici trasformano tutti i gas inquinanti in quantità equivalenti di CO2 e spesso dicendo CO2 si intende la CO2 aumentata delle quantità equivalenti degli altri gas.

Se produciamo i biocarburanti con la tecnica odierna sottraiamo dei cereali alla alimentazione umana e facciamo aumentare talmente i loro prezzi che i popoli più poveri non possono comperarli.
Molti dicono: il problema energetico sarà risolto dalla tecnica, ma questa affermazione è criminale perché i poveri della terra muoiono oggi e non aspettano che la tecnica risolva il problema energetico. La nostra affermazione equivale a quella del ladro: <<smetterò di rubare quando sarò ricco>> solamente noi non incontriamo la riprovazione sociale e nessuno ci dice: <<ladri e assassini>> perché siamo circondati da complici. Diversamente ci risponderebbero i più poveri della terra. Ma quelli sono lontani.
Siamo troppo buoni per dire: <<io di sacrifici non ne faccio. La catastrofe verrà dopo la mia morte. Che i figli e i nipoti muoiano pure. Che hanno fatto loro per me?>> e preferiamo credere agli ottimisti anche se ignoranti o in mala fede, oppure installiamo una lampadina a basso consumo e ci mettiamo a posto la coscienza senza chiederci se il nostro provvedimento è sufficiente, senza indagare quali sono i termini del problema, che l'ipocrisia generale evita di diffondere.
I pessimisti invece dicono: <<la catastrofe è inevitabile per l'aumento della popolazione e l'esaurirsi delle risorse. Meglio godersi tranquillamente il tempo che ci resta prima della fine dell'umanità>> perché sperano che la fine venga dopo la loro morte e il ragionamento li esonera dall'agire.
Molti ragionano: se rinuncio ad ogni uso non strettamente necessario della automobile e miglioro l'isolamento termico della abitazione o diminuisco la temperatura del riscaldamento riduco le emissioni di CO2 a vantaggio mio e dell'intera umanità, ma il sacrificio è tutto mio. Non mi conviene!

Il dott. Fausto Gusmeroli facoltà di agraria dell'Università cattolica
giovedì 8 febbraio 2007 tenne presso la parrocchia di Talamona una conferenza sul tema RISORSE ENERGETICHE E LORO SFRUTTAMENTO. Affermò che si avvicina la fine della umanità. Gli uomini stanno preparando il suicidio. Non arriveremo alla fine del secolo. Il ragionamento si basava sulla sfiducia nell'uomo. Tale ragionamento è comodo per i pigri e per i vecchi sicuri di morire prima della catastrofe, ma i giovani e tutti gli uomini di buona volontà, inclusi i vecchi, devono rifiutarlo e fare tutto il possibile per rimediare. Può sempre avvenire un imprevisto. Un'influenza po-trebbe fare una strage degli uomini debilitati dall'inquinamento, come già fece l'influenza <<spagnola>> nelle popolazioni debilitate dalla prima guerra mondiale. Non dobbiamo puntare su questa soluzione. Se pensiamo che il problema energetico sia drammatico per l'umanità e soprattutto per i popoli più poveri dobbiamo essere severi con noi stessi e gli altri.

I termini globali del problema.
Non sono ancora chiare tutte le influenze dell'aumento della CO2 sul clima. Invece è piccolo il margine di incertezza sulla quantità di CO2 che l'ecosistema può assorbire annualmente. Per non danneggiare in modo irreversibile la terra dobbiamo produrre non più di 2 ton di CO2 all'anno a te-sta, che diventeranno 1,2 quando la popolazione mondiale si stabilizzerà. Nella UE si producono 12 ton/anno a testa, 24 negli USA, circa 2 in India e in Sud America, 5 in Cina. Per fortuna noi siamo solo una piccola parte dell'umanità. Se tutti producessero la nostra stessa quantità di CO2, arriveremmo rapidamente alla fine. Quando il carbonio dei combustibili fossili era nell'atmosfera sotto forma di CO2 i mammiferi non potevano vivere sulla terra. Essi sono comparsi solo dopo che il carbonio è stato confinato nelle viscere della terra, da dove noi lo stiamo ora estraendo per utilizzare l'energia della combustione. Così facendo però rendiamo di nuovo inadatta per noi l'atmosfera che respiriamo. Gli idrocarburi migliori si esauriranno, ma Hitler ha fatto la seconda guerra mondiale trasformando il carbone in benzina. Inutile preoccuparsi di restare senza combustibili fossili perché moriremo tutti prima.
Gli stati emergenti sono consapevoli della necessità di ridurre le emissioni di anidride carbonica, ma per il <<principio dell'universale destinazione dei beni>> non limiteranno la loro produzione di CO2 fintanto che noi ne produrremo più di loro. Per evitare la follia di aumentare l'attuale produzione di CO2 e accelerare il degrado del pianeta, se gli stati emergenti aumentano di 1 ton/anno a testa le loro emissioni noi dobbiamo diminuire le nostre almeno in misura tale da pareggiare il loro aumento. Raggiunta la parità delle emissioni pro capite discuteremo come diminuirle tutti insieme.

Alcuni capi del terzo mondo ci dicono: <<voi avete inquinato la terra per tre secoli, adesso tocca a noi fare altrettanto>>. A parte la follia suicida della affermazione, noi; certo non per altruismo, abbiamo sviluppato la tecnica che ora giova a tutta l'umanità e quei volontari che vanno a diffonderla tra i popoli più arretrati saldano ulteriormente il nostro debito. Va anche osservato che allora gli europei non erano consapevoli del danno che producevano e i popoli emergenti sono responsabili dello sviluppo demografico di questi ultimi 100 anni, una fondamentale causa delle attuali difficoltà.

Si otterrebbe il consenso generale, sia pure con fatica e dopo una grandiosa catastrofe naturale, assegnando a ciascuno stato una quota di emissioni di CO2 proporzionale al numero dei suoi cittadini. Cioè razionare le emissioni di CO2 secondo il <<principio dell'universale destinazione dei beni>> enunciato anche dal pontificio consiglio per la giustizia e la pace. Da anni si dibatte questa proposta in lingua inglese in internet. Alcuni politici italiani pensano che dovrebbero imporre misure ben più energiche per il risparmio energetico spiegando che dobbiamo preparaci per il razionamento, ma, temendo la concorrenza dei politici ottimisti, arrischiano di sentirsi dare degli imprevidenti quando arriverà il razionamento. Sarà un atto di giustizia e una manna per i popoli più poveri, perché compreremo da loro i permessi di emissione. Questa soluzione è spiegata molto bene e semplicemente nel libro CALORE di Monbiot che si trova anche nelle biblioteche.
Quota sociale e quota personale di CO2.
La quota individuale di 2 ton di CO2 comprende:
la quota sociale di CO2 prodotta per: sanità, illuminazione pubblica, trasporti pubblici, istruzione, difesa, costruzione e manutenzione strade, smaltimento rifiuti, ecc.
la quota personale di CO2 prodotta per: riscaldamento, energia elettrica, benzina, cibo, vestiario, mobili, opere o riparazioni murarie varie, lo zaino ecologico degli apparecchi che acquistiamo, ecc.

In prima approssimazione assegnerei alla quota personale di CO2 la metà della quota individuale annua.
Secondo gli scienziati dobbiamo ridurre le nostre emissioni di CO2 entro i limiti sostenibili prima di 20 anni. È difficile persuadere gli uomini perché nessuno immetterebbe in un solo colpo in questa stanza 12 ton di CO2 per non ammazzarci. Invece le immette tranquillamente ogni anno nella atmosfera del globo preparando la morte dell'umanità intera perché l'effetto non è immediato e visibile.
L'azione individuale più pratica e ragionevole.
Lasciare da parte il pessimismo, non attendere che gli altri incomincino per primi, non attendere i miracoli della scienza (gli scienziati per vincere la concorrenza dei colleghi disonesti devono promettere più del ragionevole per ottenere i finanziamenti), andare il più possibile a piedi o in bicicletta o con i mezzi pubblici, rinunciare ai viaggi turistici e ai pellegrinaggi in aereo, limitare i consumi per il riscaldamento migliorando contemporaneamente l'isolamento termico della abitazione e l'area riscaldata invernale. Un singolo può ridursi anche in 20 mq. e non aprire mai la finestra per tutto l'inverno se rinnova l'aria secondo le indicazioni di un analizzatore di CO2 usando un ricuperatore di calore. In Europa ce ne sono con rendimenti tra l'83% e il 95%!

La maionese, il punto di non ritorno e la cura del creato.
Per fare la maionese sbattiamo il tuorlo dell'uovo nella scodella e aggiungiamo gradualmente l'olio. Raggiunta una certa quantità, la maionese è fatta, però, se aggiungiamo altro olio, la maionese migliora fino a un certo punto e poi si disfa. Chiamiamo punto di non ritorno il valore oltre il quale la maionese si disfa. Il punto di non ritorno varia con la qualità dell'olio e la temperatura. Quando fa freddo si può aggiungere più olio che quando fa molto caldo.
Un istituto scientifico ha convogliato delle acque di fogna in quantità lentamente crescente per alcuni mesi in uno stagno. I microrganismi e le alghe dello stagno hanno reagito progressivamente aumentando di numero e mangiando tutti i rifiuti fino al crollo improvviso. La natura fin che può si ripara. Raggiunto il punto di non ritorno, però tutta la flora in pochi giorni è morta. Essa ha aumentato la sua azione fino che ha potuto ed ha raggiunto il massimo, poi non ha diminuito l'azione, ma la ha azzerata per decesso.
Gli scienziati temono che la concentrazione di CO2 provocata dall'uso dei combustibili fossili possa superare il punto di non ritorno. Le concentrazioni di CO2 nella atmosfera e nei mari sono in equilibrio. Se la concentrazione nella atmosfera cresce, cresce anche quella nei mari. È soprattutto merito della flora marina l'eliminazione delle emissioni di CO2 dei vulcani e degli uomini. Se il troppo rapido aumento della CO2 la danneggiasse, e ci sono già dei preoccupanti sintomi in tal senso, essa potrebbe crollare e sarebbe la fine della umanità.
Gli scienziati determinano i punti di non ritorno per la produzione delle creme di bellezza e per la velocità delle telecomunicazioni e dei calcolatori, ma non possono fare altrettanto per l'ecosistema perchè sono troppe le variabili in gioco e sconosciute molte leggi che le legano. Basterebbe che con l'aumento della temperatura si sviluppasse un microrganismo che distruggesse la flora marittima e sarebbe la fine.
Se tutti insieme contemporaneamente cessassimo di bruciare i combustibili fossili, il degrado della terra procederebbe inesorabilmente per almeno 20 anni a causa della anidride carbonica e degli altri inquinanti che abbiamo immesso nella atmosfera e che durano a lungo. Se ad un tratto avessimo la certezza che ci stiamo avvicinando al punto di non ritorno a nulla servirebbe spegnere tutti i fornelli e tutti i bruciatori, fermare tutte le automobili e tutte le centrali termoelettriche.
Se in montagna scendiamo in bicicletta e vediamo in fondo alla strada un tornante, incominciamo 100 o 200 m prima a ridurre la velocità. Similmente dovremmo ridurre le nostre emissioni di CO2 20 anni prima del punto di non ritorno, ma quello non lo vediamo e l'umanità non ha ancora i freni. Noi siamo come un autista pazzo che viaggia a 100 all'ora nella nebbia con visibilità 3 m.

Quanta CO2 producono le attività umane.
I dati sono tratti da varie fonti tra le quali www.amicidellaterra.-org/thebet, ma i dati dell'IPCC sono alquanto superiori perchè tengono conto anche di tutta la CO2 prodotta per portare il combustibile fino dentro nel focolare delle caldaie o nei serbatoi delle automobili cioè la CO2 prodotta per la ricerca l'estrazione, il trasporto, l'eventuale raffinazione e le perdite nei disastri e negli errori.

THE BET pag. 8. Le scuole statali italiane (che sono oltre 45.000) ogni anno provocano oltre 2.500.000.000 kg di CO2, di cui il 77% dovuti al riscaldamento e il 23% ai consumi elettrici.
THE BET pag. 6. 1 litro di carburante produce circa 3 kg di CO2
THE BET pag. 9 Per produrre 1 kwh di energia elettrica sono emessi in atmosfera 0,72 kg di CO2
THE BET pag. 14 i Kg di CO2 prodotti nella combustione di una unità di misura di
Metano 1 m3 1,929
Gasolio 1 kg. 3,129
GPL 1 kg. 2,873
Olio combustibile 1 kg. 3,141
Carbone 1 kg. 3,666

THE BET pag.16
Automobile 237 gCO2/km
Ciclomotore 90 gCO2/km
Autobus 75 gCO2/ passeggero *km
Treno 45 gCO2/ passeggero *km
Metro 22 gCO2/ passeggero *km
Tram 33 gCO2/ passeggero *km
Aereo 150 gCO2/ passeggero *km
Bicicletta 0 gCO2/ passeggero *km
A piedi 0 gCO2/ passeggero *km

THE BET pag.18 i kg di CO2 emessi nella produzione di 1 kg di carta
bianca 1,7
riciclata 0,75
non sbiancata 1,1
per pacchi o buste 1,1
cartone 1

Monbiot CALORE! Pag 265
Per produrre 1 kg. di cemento Portland si produce 1 kg. di CO2.

Studi inglesi tra i quali FCRN (Food Climate Research Network)
Un inglese per alimentarsi produce in un anno 400 kg di CO2, che diminuirebbero assai con una dieta vegetariana.
L'ignoranza è colpevole. Lo studio un dovere.
Suggerirei
ai non tecnici:
Monbiot <<calore>> e <<l'era del consenso>>,
iscriversi alle newsletters di www.rinnovabili.it

Ai tecnici:
NASA http://earthobservatory.nasa.gov/Study che manda gratuitamente via internet ogni settimana l'elenco delle pubblicazioni scientifiche sull'ecologia quasi tutte scaricabili in rete..
Alberto Pettinau Produzione di idrogeno e altri vettori energetici da carbone. Scaricabile in internet.
Stern Review's final report
ZerocarbonBritain
FCRN (Food Climate Research Network)
IEA (international energy agency)
WEC (World Energy Congress o Council)
Wuppertal Institut. Tra l'altro consiglio il libro scritto per incarico del Bund e dei vescovi cattolici tedeschi: Zukunftsfaehiges Deutschland
ENEA.
Alliance for CO2 solutions in internet.

Direttive generali.

Lo stato mondiale.
Gli ecologisti devono impegnarsi sia per il risparmio energetico che per il rafforzamento della federazione europea importante passo verso la federazione mondiale, mentre molti vogliono che l'UE sia invece una semplice associazione di stati sovrani.
Gli ottimisti pensano che mai scoppierà un conflitto nucleare, ma nessuno può illudersi di fermare la distruzione del pianeta senza lo stato mondiale.
Esso eviterebbe che le produzioni inquinanti si sviluppino negli stati che non riducono l'inquinamento e permetterebbe di imporre il razionamento mondiale delle emissioni dei gas serra, unico modo per coinvolgere anche i paesi in via di sviluppo a partecipare alla salvaguardia del pianeta. Per trasformare l'industria e rendere sostenibile l'economia occorrono più risorse di quelle assorbite dalle 2 guerre mondiali insieme e non c'è tempo da perdere. Lo stato mondiale permetterebbe di utilizzare per la conversione energetica sia le immense somme spese negli armamenti e nelle guerre, sia quelle che il capitalismo internazionale e la malavita rubano approfittando della economia globale. Esso abolirebbe i paradisi fiscali, le speculazioni sui cambi, il commercio illegale e la coltura dell'oppio che sottraggono all'economia legale capitali immensi. Lo stato mondiale regolarizzerebbe fiscalmente e sindacalmente le flotte di migliaia di navi (1), iscritte nei registri di stati compiacenti, coordinerebbe la sanità mondiale, potrebbero sorgere ovunque centrali nucleari senza che vengano usate per scopi bellici, cesserebbero i bambini soldato e i voli degli aerei supersonici militari, che inquinano terribilmente. Lo stato mondiale è indispensabile per imporre il razionamento delle emissioni di CO2. Tutti gli operatori di pace devono impegnarsi per la sua creazione per eliminare le guerre. La morte per inquinamento è l'unica alternativa allo stato mondiale. Esso è una necessaria conseguenza dello sviluppo tecnico anche se sembra una pazzia. Tanti scienziati e Gorbaciov sostengono l'urgenza dello stato mondiale. Basta cercare in internet "World State".
(1) utilizzano combustibili schifosi e sono responsabili del 5% dell'inquinamento atmosferico.

Dall'enciclica CARITAS IN VERITATE di papa Benedetto XVI
<<per il governo dell'economia mondiale; per risanare le economie colpite dalla crisi, per prevenire peggioramenti della stessa e conseguenti maggiori squilibri; per realizzare un opportuno disarmo integrale, la sicurezza alimentare e la pace; per garantire la salvaguardia dell'ambiente e per regolamentare i flussi migratori, urge la presenza di una vera Autorità politica mondiale, quale è stata già tratteggiata dal mio Predecessore, il Beato Giovanni XXIII.>>
Da molti anni gli scienziati chiedono una AUTORITÀ POLITICA MONDIALE che razioni le emissioni inquinanti delle singole persone in perfetto accordo con CARITAS IN VERITATE - <<la giustizia è la prima via della carità o, com'ebbe a dire Paolo VI, « la misura minima » di essa, parte integrante di quell'amore « coi fatti e nella verità »>>
Mi sembra che la misura minima della carità, cioè la giustizia, la indichi Gesù: <<È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli>> Se per ricco definiamo il benestante che utilizza per sé più del reddito medio mondiale o più risorse di quelle che il pianeta può sopportare, la frase di Gesù è la traduzione in campo economico del comandamento <<ama il prossimo tuo come te stesso>>.
L'Italia per rispettare le leggi comunitarie deve diminuire fortemente le emissioni inquinanti. Finora le ha aumentate. La trasformazione dei processi industriali è costosa, mentre riducendo i consumi rispetteremmo le leggi comunitarie, risparmieremmo e, diminuendo il tenore di vita, otterremmo contemporaneamente una condotta cristiana e una maggiore competitività. Gli uomini di buona volontà agiscono subito senza attendere gli ordini dell'AUTORITÀ POLITICA MONDIALE.
Giovanni Paolo II: <<le norme giuridiche, tuttavia, da sole non bastano; accanto ad esse devono maturare un forte senso di responsabilità nonché un effettivo cambiamento nelle mentalità e negli stili di vita.>> << Le vere responsabilità, dunque, sono delle persone.>>
PERCHE' LA CHIESA NON DICE: <<chi NON FA TUTTO IL POSSIBILE PER RISOLVERE IL PROBLEMA ENERGETICO PECCA CONTRO IL V ED IL VII COMANDAMENTO. NON PUO' ESSERE ASSOLTO SE NON FA IL PROPONIMENTO DI NON PIU' PECCARE>>? Certamente per la Chiesa è più facile combattere i DICO e difendere gli embrioni, perchè impegnandosi seriamente per il problema energetico dovrebbe dare l'esempio e si alienerebbe troppe simpatie.


Combattere gli autoinganni.
Il desiderio di trovare soluzioni senza sacrifici è così grande che anche le persone intelligenti accettano acriticamente evidenti sciocchezze. (affermazione di un ingegnere dell'ENEA)
Alberi. Un albero quando si sviluppa assorbe CO2, ma la genera quando marcisce o brucia. Il suo contributo alla eliminazione della CO2 è nullo. Sono soprattutto la flora marina e gli alberi che i fiumi portano a sprofondare negli abissi dei mari e nei laghi a eliminare la CO2. Chi abbatte una fo-resta senza rinnovarla aumenta la CO2 atmosferica. Chi crea una nuova foresta e poi la mantiene sottrae molta CO2 durante il suo sviluppo.
Biocarburanti. La produzione dei biocarburanti richiede molta energia ed essi attualmente riducono poco l'impiego dei combustibili fossili. Sono patrocinati dagli amici dei petrolieri. Gli agricoltori li sostengono con entusiasmo perché fanno aumentare i prezzi agricoli.
Km percorsi dai cibi. Etichettare i cibi nei negozi con i km percorsi è una manovra degli agricoltori europei. I fiori e i pomidori africani, nonostante il trasporto non provocano emissioni maggiori dei fiori e dei pomidori coltivati in serra. Lo stesso dicasi delle carni provenienti dal Sud America e dalla Nuova Zelanda. Per il risparmio energetico occorre indicare sui cibi tutto il loro costo ecologico.

Risparmiare nel riscaldamento.
Nella mia abitazione, per risparmiare il metano, volevo restringere l'area riscaldata, chiudere tutte le fessure ed il buco vicino al pavimento della cucina. Affinché l'aria interna non diventasse malsana acquistai un analizzatore di anidride carbonica che mi segnala continuamente la concentrazione di CO2. In inverno non apro le finestre, ma regolo un ricuperatore di calore che espelle l'aria viziata interna e introduce quella esterna facendo passare l'entrante e la uscente attraverso uno scambiatore di calore. In questo modo, quando la temperatura esterna è di 1°C e quella interna di 11°C l'aria in-terna arriva fuori a 2°C e quella esterna entra a 10°C.
Vivendo da solo ho potuto lasciare spento il riscaldamento. Quando avevo freddo mi coprivo di più. Sono arrivato a indossare gli stivali con tre paia di calze, quattro mutande di lana lunghe fino alle caviglie, due maglie di lana pesanti sotto la camicia, quattro maglioni sopra e in più un pesante cappotto. Questo infagottamento andava bene per leggere, ma quando mi muovevo mi alleggerivo per non sudare.
Ai tempi delle sanzioni economiche, della autarchia e della guerra gli inverni erano più freddi, le finestre avevano i vetri semplici e sottili, fissati con lo stucco che si crepava e le finestre erano piene di spifferi. Si formava il ghiaccio sui vetri e io dovevo curare i geloni alle mani e ai piedi. Meglio queste piccole seccature che rovinare il pianeta bruciando i combustibili fossili, ma oggi, in molte case moderne, c'è meno freddo anche se non si accende il riscaldamento. Io lo accendevo per alcune ore una volta alla settimana e riscaldavo solo il bagno per fare la doccia. Per due mesi ho scaldato sul fornello a metano una pentola alla volta registrando i litri di gas segnati dal contatore. Così ho messo a punto un complesso di ricette a basso consumo energetico, che non trascrivo perché i cuochi le prenderebbero per barzellette. In dodici mesi tra il 2006 e il 2007 ho consumato 62,600 m3 di metano. Nell'inverno 2007 – 2008 i consumi erano ancora inferiori ed ho calcolato che tra il nolo del contatore, la verifica annuale della caldaia e il costo del metano, mi conveniva usare solo l'energia elettrica. Nel febbraio del 2008 ho disdetto il contratto con Enel Gas, che ha sigillato subito il contatore.
Lo scaldabagno elettrico consuma poca energia se lo accendiamo solo quando necessario. Avendo un'abitazione adatta ho installato oltre all'impianto fotovoltaico anche dei pannelli solari termici e così ho tutti i giorni l'acqua scaldata o intiepidita dal sole. Una resistenza elettrica mi permetterà di fare la doccia anche quando il sole in dicembre e gennaio non arriverà sul mio tetto. Per timore di ammalarmi e avere bisogno di una abitazione calda migliorerò l'isolamento termico della mia abitazione.
L'impianto solare termico e il fotovoltaico sono costosi, anche con gli incentivi statali, ma molti uomini di buona volontà potrebbero acquistarli se per anni non andassero in ferie e si astenessero da tutte le spese non strettamente necessarie.
Chi acquista un'automobile costosa senza gravi motivi, se non fosse un incosciente o un criminale, acquisterebbe un'utilitaria che consuma meno e con la cifra risparmiata potrebbe installare dei pannelli fotovoltaici su di un qualunque tetto o prendere altre iniziative per il bene comune.
Se spendiamo dei soldi per il risparmio energetico essi vanno per la maggior parte in mano d'opera, mentre i soldi spesi per i combustibili fossili distruggono delle risorse non rinnovabili e inquinano.
Trasporti. Le automobili italiane e le automobili mondiali.
Leggo che l'Italia è la seconda nazione al mondo dopo gli USA come densità di automobili con le sue 60 auto ogni 100 abitanti. La media mondiale è invece di 10 automobili per 100 abitanti. Giustamente i popoli emergenti desiderano raggiungere lo stesso livello degli occidentali. Ma è impos-sibile stabilizzarsi sul livello italiano. Manca il carburante. La concorrenza mondiale tra gli acquirenti farà aumentare talmente i prezzi che molti dovranno adottare una condotta più corretta energe-ticamente. Dobbiamo andare appena possibile a piedi, in bici, con i mezzi pubblici. Non usare mai l'automobile per scopi voluttuari. In Germania e Austria ci sono molti più km di piste ciclabili che in Italia, nonostante che il clima sia meno favorevole. Gli italiani, le poche piste ciclabili, le hanno costruite per passeggiare la domenica invece che per recarsi al lavoro. Vedi la pista ciclabile del parco della Boffa, con tanto di ponte per abbreviare un poco la strada.
I soci del Bund tedesco (più di 400.000 iscritti) si fanno un punto d'onore a non andare mai in ferie con l'automobile. Solo treno e bici al seguito.
Cibo.
L'agricoltura mondiale non può produrre abbastanza carne per alimentare la popolazione mondiale, ma può produrre cereali, soprattutto soia (che contiene proteine che possono surrogare benissimo quelle della carne) in quantità più che sufficiente. Dovremo passare a una alimentazione povera di carne anche se meno gradevole. Purtroppo il mercato italiano non offre ancora la soia, come sarebbe necessario.
Conviene attuare subito la NUOVA SOBRIETÀ PER ABITARE LA TERRA
mentre siamo ancora benestanti e abbiamo i mezzi per organizzarci bene prima di essere costretti al-la sobrietà dalla miseria per la concorrenza dei popoli emergenti sia nella produzione dei beni indu-striali che nell'acquisto delle materie prime.
Sospendere le luminarie di Natale
fino a quando l'energia elettrica italiana verrà prodotta senza usare i combustibili fossili. Tutti obiettano: <<ma si tratta di poca energia>>. È vero, ma è uno spreco ed è fondamentale proclamare che ogni spreco è e sarà un crimine verso i popoli più poveri e le generazioni future fino a quando non rispetteremo la nostra quota individuale di emissioni inquinanti..
Sospendere le luminarie di Natale avrebbe un valore simbolico e ci indurrebbe a:
- rinunciare alla birra e agli alcolici servono per la trazione.
- non usare i tosaerba, ma falciare manualmente l'erba del prato del giardino o lasciarla crescere,
- non stirare,
- non accompagnare i figli a scuola in automobile,
- non ristrutturare le baite in montagna perché di 1 kg. di cemento Portland richiede l'emissione di 1 kg. di CO2 e le seconde case rendono necessari dei trasporti e degli spostamenti,
- cercare di abitare il più possibile vicino al posto di lavoro,
- non fare più voli aerei per turismo e nemmeno per i pii pellegrinaggi (in terra santa ci si va con il cuore e con la mente)
- costruire un tetto fotovoltaico per illuminare la facciata della chiesa con energia non rubata mo-ralmente anche se non legalmente.
- andare a Morbegno in bicicletta magari per via don Cusini e la pedemontana.
- dedicare meno tempo a seguire lo sport e i programmi leggeri della televisione, a curare i fiori e il giardino, a frequentare il caffè e invece dedicare più tempo a studiare e a informarsi sui modi di salvare il pianeta e agire di conseguenza,
- non tenere animali domestici. Accompagnare fino alla morte gli attuali e non prenderne più. I pescherecci escono dai porti dell'Africa e del Sud America e pescano negli oceani. I pesci pregiati vengono spediti ai mercati del nord, mentre gli altri pesci venivano venduti ai popoli africani e sudamericani, ma da molti anni il loro prezzo è aumentato in modo proibitivo perchè vengono acquistati dalle ditte che producono i mangimi per i cani ed i gatti. Per alimentare gli animali domestici sottraiamo anche i cereali ai popoli più poveri.

Edited by carloceruti - 26/12/2012, 19:49
 
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domecil
view post Posted on 9/11/2009, 11:09




Tante cose sono giuste ma secondo me non dobbiamo esagerare per voler cambiare in fretta.
possiamo incominciare a fare qualcosa dando retta a un dcalogo pubblicato dal sito "m'illumino di meno"

decalogo

Buone abitudini per il 12 febbraio (giornata dedicata al risparmio energetico dall'UE) (e anche dopo!))
1. spegnere le luci quando non servono
2. spegnere e non lasciare in stand by gli apparecchi elettronici
3. sbrinare frequentemente il frigorifero; tenere la serpentina pulita e distanziata dal muro in modo che possa circolare l’aria
4. mettere il coperchio sulle pentole quando si bolle l’acqua ed evitare sempre che la fiamma sia più ampia del fondo della pentola
5. se si ha troppo caldo abbassare i termosifoni invece di aprire le finestre
6. ridurre gli spifferi degli infissi riempiendoli di materiale che non lascia passare aria
7. utilizzare le tende per creare intercapedini davanti ai vetri, gli infissi, le porte esterne
8. non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni
9. inserire apposite pellicole isolanti e riflettenti tra i muri esterni e i termosifoni
10. utilizzare l’automobile il meno possibile e se necessario condividerla con chi fa lo stesso tragitto.
 
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carloceruti
view post Posted on 9/11/2009, 17:09




ringrazio per la risposta. Mi sono accorto che le mie tabelle trasferite in internet sono diventate illeggibili, rimedierò.
Per decidere se andare in fretta o adagio nel risparmio energetico occorre capire quanto tempo è disponibile e studiare la stabilità dei sistemi. Più si approfondisce l'argomento più grande appare l'urgenza.
i tuoi suggerimenti sono giusti, ma largamente insufficienti.
Ripeto: siamo come un autista che viaggia a 100 km/h nella nebbia con visibilità 3 m.
Nel libro CALORE di Monbiot c'è un capitolo dedicato ai petrolieri che finanziano gli scienziati ottimisti. E' interessante.
 
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2 replies since 7/11/2009, 09:52   193 views
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