La guerra in Irak era evitabile?, I radicali sostengono di sì

« Older   Newer »
  Share  
carloceruti
view post Posted on 10/4/2010, 16:42




Irak Saddam
Al contrario di Bush e Blair, Silvio Berlusconi non è stato mai chiamato a testimoniare sul suo ruolo nella guerra. Eppure si è reso protagonista di una scelta opposta rispetto agli impegni solennemente assunti di fronte al Parlamento. Si è reso protagonista della menzogna più grande degli ultimi decenni, la più grave per numero di morti. Un crimine ormai documentato da testimonianze e documenti ufficiali, secondo i quali l'unica vera alternativa alla guerra, rappresentata dalla possibilità concreta che il dittatore iracheno andasse in esilio, è stata attivamente boicottata per poter procedere all'intervento militare.

www.boninopannella.it/verita
La verità non potrà riportare in vita le 100.000 vittime della guerra irachena, né ridare una casa ai 4 milioni e 700 mila rifugiati, e forse non riuscirà neanche a porre un argine ai danni politici inferti alla causa della democrazia e della libertà nel mondo arabo.
Potrà però ristabilire la fiducia nella possibilità del ritorno - negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in tanta parte del mondo - al rispetto dello stato di diritto, della democrazia, del rispetto del proprio paese e della parola data.

Potrà rendere note all'opinione pubblica internazionale le alternative alla guerra, perché un domani non si riproponga come unica soluzione per rimuovere un dittatore dal potere o fronteggiare minacce alla sicurezza internazionale.

Il Partito radicale ha raccolto in questi anni prove inconfutabili sulle responsabilità del conflitto iracheno. Aiutaci a trasformarle in un'istruttoria internazionale. Finanzia con una donazione questa campagna:

www.boninopannella.it/verita
Nelle prossime settimane una delegazione del Partito radicale dovrà recarsi in alcuni Paesi arabi per istruire il procedimento di accusa. Anche un piccolo sostegno potrà contribuire a questo ambizioso obiettivo.
La verità è tutta un'altra storia
314. Condividi La guerra in Iraq è una delle grandi tragedie che hanno segnato l'inizio di questo millennio. Ha causato, secondo le stime più prudenti, 100.000 morti, 4 milioni e mezzo di rifugiati, insieme a conseguenze politiche disastrose come il diffondersi del terrorismo e all'odio contro l'occidente.

Si dice che la prima vittima della guerra sia sempre la verità. Secondo il Centro per l'integrità pubblica, l'amministrazione Bush ha pubblicamente diffuso 935 dichiarazioni false rispetto all'Iraq. Tony Blair è stato costretto a dimettersi dall'incarico di Primo ministro a causa del crollo di popolarità seguito all'emergere dei tentativi di manipolare l'opinione pubblica sulle motivazioni dell'attacco militare.

Il dittatore iracheno, Saddam Hussein, è stato sottoposto a un processo dichiarato illegale secondo gli standard internazionali, e condannato alla pena di morte. Alla luce dei fatti venuti alla luce, affermiamo che Saddam è stato giustiziato perché avrebbe potuto testimoniare come l'opzione militare è stata freddamente perseguita proprio perché si era ormai prossimi a una soluzione pacifica e democratica della questione irachena. Saddam era infatti pronto a lasciare il potere e andare in esilio raccogliendo una proposta formulata dalla Lega Araba, e sostenuta a parole anche da Bush, Blair e Berlusconi.
I fatti
16 novembre 2002
Secondo il Times, Saddam starebbe mettendo a punto un piano segreto per garantire asilo politico in Libia alla sua famiglia e ad alcuni membri del suo partito. (Times)
19 gennaio 2003
Appreso da notizie di stampa che il governo americano potrebbe evitare la guerra se Saddam Hussein lasciasse l'Iraq, Marco Pannella lancia a nome del Partito radicale transnazionale l'appello “Iraq libero” diretto al Consiglio di sicurezza dell'Onu perché offra al dittatore iracheno la possibilità dell'esilio e predisponga un governo internazionale per la transizione democratica in Iraq. L'appello sarà sottoscritto da 27.344 cittadini di 171 nazioni, e da 501 parlamentari italiani corrispondenti al 53% dei rappresentanti della nazione.
19 febbraio 2003
Il Parlamento italiano vota a maggioranza assoluta la proposta radicale:
«La Camera, impegna il Governo a sostenere presso tutti gli organismi internazionali l'ipotesi di un esilio del dittatore iracheno» (Corriere della sera)
Intervenendo nel dibattito Silvio Berlusconi afferma:
«Stiamo operando ed abbiamo operato per questa soluzione; non soltanto per questa soluzione, ma anche per cercare il modo di poter offrire, a chi dovesse accettare la via dell'esilio, opportune garanzie, con l'autorevolezza di enti internazionali che le possano poi mantenere». (Resoconto della seduta)

Prima della guerra si tengono 2 Consigli europei sull'Iraq il 24 febbraio e il 18 marzo. In nessuno di essi il Governo italiano fa cenno della proposta dell'esilio, nonostante l'impegno preso di fronte al Parlamento.
22 febbraio 2003
Secondo il documento reso pubblico dal quotidiano spagnolo El Pais sull'incontro tra Bush e Aznar, con Blair e Berlusconi in collegamento telefonico, Bush afferma:
«Esiste la possibilità che Saddam vada in esilio. Sembra che abbia fatto sapere che è disposto ad a accettare se gli permetteranno di portare con sé un miliardo di dollari (...). Gheddafi ha detto a Berlusconi che Saddam se ne vuole andare».
31 gennaio 2003
Bush incontra Blair alla Casa Bianca. Nel memo dell'incontro stilato dal consigliere diplomatico del premier britannico, David Manning, si legge:
«C'è la possibilità che Saddam lasci l'Iraq di sua volontà ma questo non può verificarsi a causa della tabella di marcia di Bush».
1° marzo 2003
Berlusconi aveva scelto Gheddafi come mediatore per i tentativi di interlocuzione con Saddam Hussein. In lanci di agenzia del 7 febbraio 2003 si apprende che il leader libico era stato incaricato di prendere contatti con il dittatore iracheno per offrirgli la possibilità di esilio.

E' proprio Gheddafi a far saltare, insultando apertamente il principe saudita, il vertice della Lega Araba di Sharm el-Sheik. Proprio in quel vertice il Presidente degli Emirati Arabi Uniti doveva annunciare che il dittatore iracheno era pronto ad accettare l'esilio «per il bene del popolo iracheno e in nome della pace», ponendo come condizione che la proposta giungesse da quella riunione della Lega Araba e "non dagli americani". (Corriere della sera)

Gheddafi dal 2003 è diventato uno dei partner principali del Governo italiano.
Una campagna internazionale per la verità
Le parole libertà e democrazia sono state utilizzate per giustificare la guerra. C'è solo un modo per ridare a queste parole il loro significato e la loro anima. Ristabilire la verità sulle cause di quella guerra. Sui fatti e le responsabilità che hanno portato all'intervento militare. Sui tentativi effettuati per impedire che emergesse, chiara come già allora appariva ad alcuni, la realistica, conveniente, praticabile, alternativa alla guerra.

Silvio Berlusconi era capo del Governo nei mesi che hanno portato alla guerra in Iraq e ha schierato l'Italia a favore dell'attacco militare. Al contrario di Bush e Blair, non è stato mai chiamato a testimoniare sul suo ruolo nella guerra. Eppure si è reso protagonista della menzogna più grande degli ultimi decenni, la più grave per numero di morti. Un crimine ormai documentato da testimonianze e documenti ufficiali.

Berlusconi ha avuto una funzione centrale nella guerra, e ha tradito il voto del parlamento.
Deve rispondere alla giustizia Nazionale e internazionale.

Solo attraverso il suo processo pubblico e la desecretazione dei documenti italiani, la verità sulla guerra potrà essere portata alla luce in Italia e nel mondo.

Sostieni la campagna radicale per rianimare la democrazia attraverso la verità con una donazione.

.Nelle prossime settimane una delegazione del Partito radicale dovrà recarsi in alcuni Paesi arabi per istruire il procedimento di accusa. Anche un piccolo sostegno potrà contribuire a questo ambizioso obiettivo! Dona almeno 5 euro!

Se preferite fare una donazione attraverso un bonifico bancario, potete fare riferimento ai seguenti dati:

Lista Bonino - Pannella
IBAN: IT 56 E 08327 03221 000000003448
..La Galassia radicale: Partito radicale - Radicali italiani - Associazione Luca Coscioni - Nessuno Tocchi Caino - Non C'è Pace Senza Giustizia - Ass. Anticlericale.net - Ass. radicale Esperanto

Sito web della Lista Bonino Pannella. ©2010. Alcuni diritti riservati. Design by CaroselloLab & [Isotype.org]. Credits
Questo sito web è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons
 
Top
0 replies since 10/4/2010, 16:42   12 views
  Share