Responsabilità delle nonne e dei nonni, di carloceruti

« Older   Newer »
  Share  
carloceruti
view post Posted on 18/5/2010, 15:25




Responsabilità delle nonne e dei nonni.

I nipoti usano internet e seguono le abitudini dei compagni, ma desiderano confrontarsi con gli anziani. Noi dobbiamo adeguarci ai tempi, nel rispetto del bene comune. Se le/i nonne/i raccomandano di non perdere tempo in internet senza saper che cosa essa sia, la raccomandazione ha poca efficacia. Se il nipote scopre che le/i nonne/i frequentano con ansia alcuni siti internet di politica, di ecologia, ecc. e a lui non dicono niente perché, data l'età, vogliono risparmiargli delle preoccupazioni, allora il giovane cercherà con la massima attenzione di scoprire di che si tratta.

Un lontano ricordo.
Sull'Europa spirava un terribile vento, che preannunciava la seconda guerra mondiale. La nonna e la prozia parlavano tra di loro ed io facevo con molto impegno un gioco di pazienza per timore che mi allontanassero e non potessi ascoltare, ma ero tutto orecchi. La prozia raccontò alla nonna IL TRAMONTO DELL'OCCIDENTE di Spengler e quella ricambiò con un'opera che denunciava quanto gli inglesi sfruttassero i domini, soprattutto l'India e prevedeva che al primo grande conflitto quelli si sarebbero ribellati. Non erano le prediche istruttive per i ragazzi, ma le reali preoccupazioni che gli adulti di solito nascondono ai giovani con il pretesto di rispettare la giovane età. Ma sbagliano perché una delle maggiori cause della loro infelicità è proprio l’oscurità del futuro, alla quale non sfuggono giocando e desiderano essere il più possibile coinvolti alla pari dagli adulti. La spensieratezza dell’infanzia è una invenzione dei grandi.

Già mia mamma, laureata in fisica e religiosissima, mi aveva confessato la sua delusione per la Chiesa che aveva facilitato l’ascesa del fascismo, lo aveva legittimato, aveva definito Mussolini l’uomo della provvidenza e approvava la guerra di Abissinia mentre in Africa ci si va con i tecnici, i missionari, con i medici. Spendendo meno si farebbe molto bene. Compresi le colpe dell’occidente verso il resto dell’umanità, il dovere di riparare e l’idea dell’inevitabile vendetta della storia.

In seconda elementare sfogliai le raccolte delle domeniche del Corriere della Sera dei primi anni del 1900, quelli della guerra dei boxer e vidi una grande illustrazione, dove quattro principi cinesi a Berlino nella sala del trono chiedevano perdono per la Cina al Kaiser Guglielmo perché dei facinorosi avevano linciato per strada l’ambasciatore di Germania. La vita è sacra e i criminali vanno puniti, ma obbligare una nazione a chiedere perdono per il crimine di alcuni disperati era come perseguitare gli ebrei perché deicidi. Dopo l’assassinio dell’ambasciatore, il Kaiser Guglielmo ordinò: "Non fate prigionieri... il nome della Germania dovrà diventare famoso come quello di Attila; che nessun cinese osi più guardare negli occhi un tedesco." (da Wikipedia).

Negli anni cinquanta, per la concorrenza asiatica, gli europei cessarono la produzione delle macchine da cucire, poi nei primi anni sessanta cessarono la produzione dei componenti elettrici passivi, ecc. Gli europei si rallegravano: se i popoli dell’estremo oriente li forniscono per poco, ci costa meno produrre televisori e automobili e possiamo migliorare la qualità della vita.

Nel 1968, alla facoltà di metallurgia dell’università di Sheffield, la capitale dell’acciaio inglese, conobbi un ingegnere indiano, un tipo semplice e molto concreto, e ammirai la sua competenza. In Italia si leggevano sui muri i cartelli con le scritte: <<lavorare meno, lavorare tutti>> <<curare la qualità della vita>>. Più tardi nel 1972 il club di Roma scriverà <<i limiti della crescita>>, ma non si dovevano ascoltare quegli scienziati miscredenti.

Era giusto ed inevitabile che i popoli emergenti ci raggiungessero e in alcuni settori ci superassero, anzi noi avremmo dovuto cristianamente aiutarli e istruirli, ma demenziale è stata la nostra condotta. Non solo abbiamo messo sulle spalle dei giovani le pensioni dei vecchi e il debito pubblico, ma abbiamo approfittato del vantaggio tecnico enorme, che avevamo, per diminuire l'orario di lavoro, creare le seconde case, chiamare le badanti e gli altri lavoratori extracomunitari, inquinare per scopi voluttuari e preparare una nazione rammollita incapace di competere con i nuovi arrivati.

Sotto la dittatura fascista era difficile aggiornarsi. I libri stranieri erano vietati dalla censura e circolavano di nascosto. Per leggerli era necessaria la conoscenza delle lingue, ma oggi alcuni libri di controinformazione sono in vendita in lingua italiana persino nei supermercati. In internet si trovano moltissime informazioni e si acquistano libri in tutto il mondo.

Una ragazza protestante, mia coetanea, mi fece capire la mia cattolica ignoranza. Il suo parroco le diceva che, come cristiana e cittadina di una democrazia, doveva dedicare almeno mezza ora tutti i giorni alla propria cultura e informazione scegliendo l’argomento secondo coscienza

È facile oggi capire che l'occidente ha perso la leadership mondiale sia politica che economica. Negli stati emergenti, i libri di storia, i giornali, i media scatenano l'odio lungamente represso per i colonizzatori. È finita la pax americana. Per non essere colonizzati dobbiamo costituire in fretta la federazione europea e l'esercito europeo. <<se vuoi la pace armati>> dicevano i romani. Questo in attesa dello stato mondiale, indispensabile per investire nell'ecologia le immense risorse che ora vanno negli armamenti e nelle guerre. Senza dette risorse non si risolve il problema energetico.
I popoli emergenti continuano a progredire tecnicamente e diminuisce il numero dei prodotti dove noi occidentali siamo ancora competitivi. Inutile portarci via il lavoro tra occidentali, dobbiamo competere con le nuove potenze che ci fanno una terribile concorrenza nella vendita dei prodotti industriali e nell'acquisto delle materie prime.

Errori finanziari a parte, siamo in crisi perché abbiamo un tenore di vita anticristiano e, nel mondo globalizzato, invece di ridurlo abbiamo fatto debiti o venduto i nostri beni e le nostre industrie.
Cristo: <<ai servi si dice quello che conviene, agli amici si dice tutto. Sì, si, no, no tutto il resto viene dal maligno. Ama il prossimo tuo come te stesso>>
<<È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli>> I suoi ascoltatori si spaventarono, benchè fossero dei poveretti, perchè Cristo, con questa frase, intendeva non solo i ricchissimi, ma anche quelli che erano fuori dall'indigenza. Se per ricco definiamo il benestante che utilizza per sé più del reddito medio mondiale o più risorse di quelle che il pianeta può sopportare, la frase di Gesù è l'esatta traduzione in campo economico del comandamento <<ama il prossimo tuo come te stesso>> perché se il benestante utilizza più del reddito medio, un altro avrà un reddito inferiore. Se il benestante utilizza più risorse di quelle che la terra può sopportare un altro oggi o tra i posteri ne sarà privo.

Se molte/i nonne/i si disinteressano della verità, si impegnano a curare i fiori, giocare a carte, guardare le sciocchezze alla televisione, cucinare (cuciniamo per vivere, non viviamo per cucinare) esaltano il successo sportivo o mediatico è difficile che molti nipoti diventino dei buoni cristiani.
La nostra generazione si formò nelle difficoltà del dopoguerra, che imposero la laboriosità e la parsimonia. I giovani sono cresciuti in un ambiente diverso e noi non abbiamo elaborato e testimoniato i nuovi valori morali necessari.

Il forum IPC = INSIEME PER CONOSCERE, (https://insiemeperconoscere.forumfree.it/) gratuito e aperto in lettura, (per scrivere chiedere l’abilitazione) potrebbe aiutare le/i nonne/i ad elaborare altri interessi se ci fosse una maggiore partecipazione alle discussioni.

Nel forum di IPC c’è una breve storia della Cina degli ultimi secoli. All’arrivo degli occidentali le classi dominanti cinesi (a differenza delle giapponesi) preferirono dedicarsi alla conservazione della loro splendida civiltà (e dei loro privilegi) che aprirsi al nuovo. Solo dopo milioni di morti per la fame e la miseria si arrivò alla rivoluzione e al rinnovamento totale della società. Quando ascolto le insegnanti valtellinesi parlare degli scavi archeologici dell’ing. Valenti, dell’Ariosto e della MAGNIFICA COMUNITÀ DI TALAMONA penso agli intellettuali cinesi.

Edited by carloceruti - 11/12/2010, 22:26
 
Top
0 replies since 18/5/2010, 15:25   21 views
  Share