Il SUICIDIO ECOLOGICO. S. Tommaso Moro e l'eutanasia., Da: http://it.wikipedia.org/wiki/Tommaso_Moro#Il_culto

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carloceruti
view post Posted on 21/8/2010, 14:48




Il SUICIDIO ECOLOGICO. S. Tommaso Moro e l'eutanasia.
Da: http://it.wikipedia.org/wiki/Tommaso_Moro#Il_culto

Da: http://it.wikipedia.org/wiki/Tommaso_Moro#Il_culto

Moro venne canonizzato dalla Chiesa cattolica nel 1935 da Papa Pio XI ed è commemorato il giorno 22 giugno; dal 1980 è commemorato anche nel calendario dei Santi della Chiesa anglicana (il 6 luglio), assieme all'amico Giovanni Fisher, vescovo di Rochester, decapitato quindici giorni prima di Moro. Nel 2000 san Tommaso Moro venne dichiarato patrono degli statisti e dei politici da papa Giovanni Paolo II.
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Nell' opera principale di S. Tommaso Moro UTOPIA (Strenna UTET 1971) leggiamo:
<<gli infermi (come dicemmo) trattano [il soggetto sono gli abitanti di Utopia] con gran carità, non tralasciando cosa alcuna circa le medicine e il governo del vivere, che vaglia rendere a quelli la sanità. S’alcuno è incurabile, tenendoli compagnia, parlando con lui e servendolo, alleggeriscono la sua calamità. Ma se l’infermità è incurabile e di perpetuo dolore, i sacerdoti e il magistrato lo confortano che, essendo già inetto agli uffici de la vita e molesto agli altri e grave a se stesso, che non voglia sopravvivere alla propria morte e nutrire seco la pestifera infermità, e che, essendogli la vita un tormento, non abbia timore di morire; anzi, ch’avendo buona speranza che sarà libero da tale acerba vita, uccida se stesso o si lasci dagli altri uccidere; e che farà opera da prudente, quando che le calamità saranno da lui lasciate morendo, non i comodi; oltre che, seguendo il consiglio dei sacerdoti interpreti degli dei, farà opera santa e pia. Chi sono a questo persuasi, ovvero con astinenza finiscono la vita, ovvero dormendo sono uccisi. Ma non ne fanno morire alcuno contra sua voglia, né mancano di servirlo nell’infermità, parendo loro che questa sia onorata impresa. Ma s’alcuno si uccide senza il consenso dei sacerdoti e del magistrato, egli, senza essere sepolto, viene gettato in una palude.>>

S. Tommaso Moro afferma che un malato incurabile, se sofferente, può decidere di morire per evitare inutili sofferenze a sé e fatiche agli altri.

Il SUICIDIO ECOLOGICO.
Oggi la sovrappopolazione mondiale danneggia irreparabilmente la terra. La popolazione mondiale è costituita in gran parte da vecchi. Per rallentare l'incremento demografico in diverse parti del globo si uccidono i nati ed i nascituri. Non si uccidono invece i pensionati. Probabilmente perché tutte le persone si sentono potenzialmente delle pensionate. Mi sembra però che nelle isole Hawaii le persone tra i 40 e i 50 anni prima dell'installazione dei missionari dovessero buttarsi da una rupe o ritirarsi nell'isola per vecchi.
Quando una persona ha perso ogni interesse per la vita, non ha più nulla da scambiare con il prossimo e teme che la sua presenza sia ormai un inutile peso anche per gli altri, si domanda: <<che cosa faccio io al mondo?>>. Esemplare è S. Monica la madre di S. Agostino. Oramai avanti negli anni partì dall'Africa e andò a Milano dal figlio e lo ricondusse alla fede in Cristo. Aveva compiuto l'ultimo dovere. Nulla più aveva da fare e desiderava morire. Nel viaggio di ritorno spirò prima di imbarcarsi.

Nelle condizioni di S. Monica, una persona malata, sofferente e senza speranza di guarigione, oggi può pensare: lascio le risorse della terra a chi ne ha più bisogno di me ed io decido il SUICIDIO ECOLOGICO. Una persona che ha confidenza con i numeri può prendere la decisione pensando ai neonati uccisi in Cina perché frutto di gravidanze non autorizzate, alle vittime dell'estrema miseria dei paesi più poveri del mondo, magari osservate personalmente, al miliardo e 50 milioni attuali di denutriti del mondo, che aumentano di anno in anno.
Nel mondo globalizzato dobbiamo abituarci a questi insoliti ragionamenti. Per es. nessuno immetterebbe in un colpo 12 ton di CO2 nell'Auditorium dell'Ambrosetti per non ucciderci, ma tutti noi durante l'anno le immettiamo tranquillamente nell'atmosfera terrestre perché non vediamo l'effetto, anche se così prepariamo la morte dell'intera umanità, cioè un crimine 40 milioni di volte maggiore. Un esempio pratico è più utile: una nonna non ha entrate sufficienti per nutrire bene sé e il nipotino. Se la nonna favorisce l'alimentazione del nipotino a danno della sua, accelera la propria morte e compie un SUICIDIO ECOLOGICO.

Il SUICIDIO ECOLOGICO mi sembra cristiano.
Mi sembra che, coraggiosamente dichiarato, Il SUICIDIO ECOLOGICO sarebbe per i vivi un messaggio ecologico più efficace di quello che io ripeto e che nessuno vuole ascoltare. Me lo hanno perfino censurato. Qui lo riporto:

Siamo ladri e assassini.
Se produciamo più delle 2 ton/anno/testa di CO2 (con CO2 si intende quella effettiva aumentata delle quantità equivalenti degli altri gas clima alteranti) che la natura può sopportare rubiamo ai popoli emergenti e ai figli le ultime possibilità di utilizzare i combustibili fossili. Noi europei ne produciamo 12, i nordamericani 24, i cinesi 5, gli indiani 2 gli africani 1. Se produciamo i biocombustibili aumentiamo il prezzo dei cereali e i popoli più poveri non li possono più acquistare. Se un ladro dicesse: <<smetterò di rubare quando sarò ricco>> provocherebbe la disapprovazione generale. Noi occidentali diciamo: <<diminuiremo l'inquinamento appena la tecnica lo permetterà>>, mentre i denutriti muoiono subito, e i nostri conoscenti non ci dicono: <<ladri e assassini>> perché sono nostri complici, ma lo dice l'80% dell'umanità.

Naturalmente si pensa subito: prima di ricorrere ai suicidi ecologici, si potrebbero eliminare tanti sprechi, compiere tante azioni utilissime ed efficaci, ma è difficile persuadere i governanti e le maggioranze degli elettori a prendere l’iniziativa. Probabilmente i SUICIDI ECOLOGICI avrebbero una certa efficacia sull’opinione pubblica.

Enciclica Caritas in Veritate:
44 ….. Considerare l'aumento della popolazione come causa prima del sottosviluppo è scorretto, anche dal punto di vista economico: basti pensare, da una parte, all'importante diminuzione della mortalità infantile e il prolungamento della vita media che si registrano nei Paesi economicamente sviluppati; dall'altra, ai segni di crisi rilevabili nelle società in cui si registra un preoccupante calo della natalità.
L’enciclica afferma che l'aumento della popolazione non è la causa prima del sottosviluppo, ma moltissime ragioni portano ad affermare che esso è la causa prima del degrado ambientale e l’enciclica stessa non lo nega. Essa dice che l'aumento della popolazione è dovuto alla diminuzione della mortalità infantile e al prolungamento della vita media. Sarebbe immorale contrastare l’aumento della popolazione sopprimendo i neonati e i vecchi. Mi sembra accettabile invece l’uso degli anticoncezionali e il suicidio di chi desidera morire e non ha più doveri da compiere. Un altro potente contributo contro il degrado ambientale sarebbe la dichiarazione della Chiesa: <<chi non fa tutto il possibile per l’ecologia pecca contro il V e il VII comandamento – non uccidere – non rubare – e non può essere assolto senza il proponimento di cambiare stili di vita>>. Il Consiglio Vaticano per la giustizia e per la pace potrebbe precisare le condizioni necessarie e sufficienti per essere ecologicamente corretti. Già i vescovi cattolici tedeschi nel 1997 avevano pubblicato un ottimo libro sull’argomento pieno di dati numerici scientificamente molto corretti. Poi ritrattarono tutto con un libro impreciso e stupido. Che abbiano ubbidito a ordini superiori?

Edited by carloceruti - 26/12/2010, 17:04
 
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