MARTEDI' FEDERALISTI a Gallarate: Europa al bivio tra progresso e reazione., Antonio Longo

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carloceruti
view post Posted on 3/10/2012, 14:33




MARTEDI' FEDERALISTI a Gallarate: Europa al bivio tra progresso e reazione.



Segnalo la prossima iniziativa a cura di militanti ed iscritti della sezione
di Gallarate. Di seguito la presentazione del ciclo dei tre incontri.

Antonio Longo


L’Europa al bivio tra progresso e reazione.
Dopo quattro anni di questa lunga crisi comincia ad essere chiaro, anche a
livello popolare, qual è l’alternativa di fronte alla quale gli Europei si
trovano: o la trasformazione di questa Unione in una Federazione di Stati
oppure il disfacimento della stessa Unione.

L’iniziativa – importante – della BCE ci consente di “guadagnare tempo” e di
fermare la divaricazione tra Paesi forti e deboli dell’Eurozona. Ma non
risolve il problema dell’uscita dalla crisi. Né tanto meno il problema della
democrazia nell’Unione.

Gli Europei si trovano di fronte a due problemi enormi.

Come conciliare il necessario rigore nell’opera di risanamento dei conti
pubblici con il problema della crescita e dell’occupazione.

Come conciliare il trasferimento di poteri (dal livello nazionale a quello
europeo) sui temi del bilancio, della spesa pubblica e della fiscalità con
il problema della democrazia.

Se gli Europei non saranno in grado di dare la risposta giusta a questi due
interrogativi sarà inevitabile una deriva pericolosa verso il populismo
prima ed il nazionalismo dopo.

Siamo dunque ad un bivio, lo spartiacque tra il progresso e la reazione è
netto. E la partita si gioca sulla base dello svolgimento della ‘crisi
europea’ da qui al 2014, anno delle prossime elezioni europee.

Occorre allora avviare un ampio dibattito - attorno a questi temi - nella
società europea, nel mondo del lavoro e delle professioni, della scuola e
della cultura, della politica e delle istituzioni.

A Gallarate, i federalisti europei prendono l’iniziativa di aprire e
stimolare questo dibattito ed invitano tutti quelli che – a titolo
individuale e pur con differenti posizioni culturali e politiche – avvertono
l’esigenza di confrontarsi, capire, riflettere e superare l’apparente
dicotomia tra l’esigenza dell’unità europea ed i fatti della politica
quotidiana.

Un luogo fisico in cui sia possibile discutere, tra cittadini, di questa
‘strana guerra’ della crisi europea. Cominciando a sfatare miti, luoghi
comuni, semplificazioni e frasi fatte.

Senza la necessità di invitare luminari ed esperti e nemmeno politici di
professione. Sappiamo, infatti, discutere d’economia e di finanza, di
politica e di problemi sociali, dell’Italia e dell’Europa.

Un ciclo di tre incontri, sempre di martedì – i martedì federalisti – per
incominciare a leggere, con occhi diversi, la natura del problema europeo
che abbiamo di fronte.

Vi aspettiamo

La sezione di Gallarate del Movimento Federalista Europeo

Tre incontri per riflettere, discutere, agire, coordinati da Antonio Longo,
e con il contributo di Carlo Benetti, Patrizia Foglia, Francesco Maresca,
Dario Terreni.

c/o Circolo ACLI – Via Agnelli 33 – Gallarate.

Martedì 9 ottobre 2012 L’Eurozona nella tempesta –


A cura di Carlo Benetti



Abstract: breve panorama degli ultimi anni (Grecia, Fiscal compact,
divaricazione finanziaria ed economica nell’Eurozona) – l’iniziativa della
BCE – la crisi del debito ad una svolta? La road map per la riforma delle
Istituzioni europee: verso l’unione bancaria, di bilancio, economica e
politica (il documento dei 4 Presidenti).


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Martedì 30 ottobre 2012 – Il senso di questa lunga crisi –



A cura di Antonio Longo



Abstract: i passaggi ‘visibili’ (crisi bancarie / indebitamento degli stati
/ risanamento finanziario e recessione) e gli aspetti ‘sommersi’ della crisi
(mutamenti dei rapporti di forza tra le aree del mondo / mutamento profondo
del modello di sviluppo) – quale ‘nuovo’ modello? Come conciliare rigore e
crescita? Quali assi portanti per la ‘nuova’ crescita? – quale ‘nuovo’
welfare?


Il senso di questa lunga crisi


A cura di Antonio Longo



Molte volte ci siamo posti domande di questo tipo: ma che crisi è questa, che non finisce mai? E’ crisi di un modello di sviluppo? Quale? Di un certo capitalismo? Dei cambiamenti che sono intervenuti nel mondo tra Paesi avanzati e Paesi una volta in via di sviluppo? Del capitalismo in quanto tale?
Una premessa e due considerazioni di fondo per discutere del tema.
Premessa. L’aumento del peso delle economie emergenti (BRIC) ha modificato radicalmente la distribuzione delle risorse sul piano mondiale. Miliardi di uomini e di donne sono passati, nel giro di due-tre lustri dalla soglia della miseria e della sopravvivenza a quella di una vita appena decente. Questo processo continuerà, il ritmo di sviluppo di questi Paesi sarà, ancora per lungo tempo, superiore a quello dei Paesi post-industriali. Ci si deve porre, già ora, il problema di come lo sviluppo complessivo delle diverse aree del mondo non possa compromettere a lungo termine gli equilibri ambientali e sociali del pianeta.
Due considerazioni.
1) Il rapporto ‘perverso’ tra debito e crescita in Occidente ha modificato il tradizionale modello di sviluppo capitalistico. Da circa tre decenni la crescita nei Paesi avanzati è stata finanziata con il debito (pubblico e privato), che ha alimentato la crescente domanda di beni di consumo e la crescente distruzione delle risorse naturali. Negli USA, oltre all’enorme debito pubblico, abbiamo un enorme deficit della bilancia dei pagamenti: si importa più di quanto si esporta, l’importazione di prodotti cinesi a basso costo consente agli americani di mantenere una certa capacità di spesa senza che ciò comporti un aumento dei salari. Il capitalismo americano si regge sul capitalismo di stato cinese, che esporta beni di consumo a basso costo e contemporaneamente finanzia il debito USA.
Questo tipo di crescita è ‘drogata’ dal debito e dal fatto che gli USA godono del privilegio di disporre della moneta ‘mondiale’ (dollaro). Il sistema può reggere solo esportando inflazione (per abbattere il debito nominale) e finché esiste il ‘signoraggio’ del dollaro.
2) In Europa non ci sono quelle condizioni: non si può fare inflazione a spese del resto del mondo. Pertanto, per abbattere il debito occorre una crescita “sana” (se c’è decrescita, il debito aumenta: 1 punto in meno di PIL determina 0,5 punti in più di debito). Chi deve fare la crescita? “Agli Stati il risanamento, all’Europa la crescita” diceva Tommaso Padoa Schioppa. Il risanamento è necessario per smettere di trasferire il debito alle generazioni successive e va affrontato in termini di equità sociale. La crescita non deve essere fine a se stessa, ma va qualificata: quali sono i nuovi settori trainanti? Quale deve essere il corretto rapporto tra stato e mercato? Come si può “uscire dalla crisi”, con quale modello: quello anglosassone (neoliberista) oppure quello tedesco-renano (economia sociale di mercato)? Quali sono le condizioni istituzionali perché si possa realizzare un piano europeo di sviluppo?
Dalle risposte che saranno date a questi interrogativi, in sede politica ed economica, emergerà un diverso modello di sviluppo rispetto a quello che abbiamo conosciuto per 70 anni.

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Martedì 13 Novembre 2012 – La democrazia ad una svolta storica?
A cura di Francesco Maresca



Abstract: la democrazia nazionale ‘esautorata’ e l’accusa all’Europa
‘lontana, burocratica e tecnocratica”– l’emergere del populismo e
dell’anti-politica – la democrazia può nascere oltre lo stato-nazione? Può
esserci una democrazia europea e quali ne sono le condizioni?

Edited by carloceruti - 22/10/2012, 18:15
 
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