Gli operatori di pace agiscono locale, pensando globale.

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carloceruti
view post Posted on 13/5/2012, 15:35




Gli operatori di pace agiscono locale, pensando globale.




Per aver cura del creato, per la giustizia globale e per l’equa ripartizione delle risorse terrestri.
L’assessore alla cultura, signora Simona Duca, scrive su il Talamonese che sarà possibile conversare nei locali della biblioteca al sabato e alla domenica. Io approfondirei gli argomenti:

Il problema ecologico, energetico, alimentare.
Federazione Europea e Federazione Mondiale.
Vantaggi e svantaggi dell’Euro. La crisi attuale, finanziaria e strutturale.
Vecchi e giovani nella globalizzazione. Diminuire la disonestà italiana.

Per approfondirli, o proporne altri, vi prego di segnalare alla bibliotecaria quello che v’interessa e gli orari preferiti, dando il vostro numero telefonico o l’indirizzo internet. Per gli argomenti elencati sopra ci si può rivolgere anche a Carlo Ceruti: 0342 670610 o [email protected]

Prima della rivoluzione industriale, la vita umana era breve. Negli anni di carestia, molti morivano di stenti, ma, all’arrivo del nuovo raccolto, la natura era intatta. Adesso, grazie al progresso tecnico, superiamo facilmente le carestie, ma roviniamo la terra. La prossima carestia non sarà annuale ed eliminerà il genere umano:

L’esperienza dello stagno.

Per alcuni mesi un istituto scientifico immise in uno stagno delle acque di fogna in quantità lentamente crescente. Le alghe aumentarono di numero ed eliminarono i rifiuti, fino a quando le più deboli incominciarono a morire per l’inquinamento. Esso crebbe sempre più rapidamente, perché mancava l’azione delle alghe che morivano, e la flora in pochi giorni crollò.
I vulcani, le sorgenti di acqua gasata e le emissioni naturali della terra sempre aggiunsero CO2 nell’atmosfera. Adesso, anche l’uomo, bruciando i combustibili fossili, aggiunge CO2. Le concentrazioni di CO2 nell’atmosfera e nei mari sono in equilibrio. Se la concentrazione nell’atmosfera cresce, cresce anche quella nei mari. La flora marina scompone la CO2 e molto carbonio resta negli oceani. La flora non riesce più a eliminare tutta la CO2 prodotta dagli uomini ed essa cresce. Gli scienziati temono che il troppo rapido aumento della concentrazione della CO2, uccida la flora marina. Ci sono già dei preoccupanti sintomi in tal senso. Se superassimo il limite fatale, essa crollerebbe e sarebbe la fine dell’umanità. Molti scienziati e il valtellinese dottor Gusmeroli prevedono che, salvo imprevisti, il crollo fatale sarà prima del 2100.

Si calcolano i limiti da non superare per le telecomunicazioni e i calcolatori, ma non per l'ecosistema perché sono troppe le variabili e sconosciute molte leggi che le legano. Se cessassimo di aggiungere CO2 all’atmosfera, cioè di bruciare i combustibili fossili, il degrado della terra procederebbe inesorabilmente per almeno 20 anni. Se a un tratto capissimo che ci stiamo avvicinando alla concentrazione di CO2 mortale per la flora marina, non la salveremmo fermando le automobili, gli aerei, le navi, le centrali termoelettriche, spegnendo i riscaldamenti e i fornelli.
Noi siamo come un autista pazzo che viaggia a 100 all'ora nella nebbia con visibilità 3 m.

Siamo troppo buoni per pensare: <<io sacrifici non ne faccio. L’umanità finirà dopo la mia morte. I figli e i nipoti crepino pure, che hanno fatto loro per me?>> preferiamo credere agli ottimisti anche se ignoranti o in mala fede. Tranquillizziamo la coscienza con piccole azioni ecologiche, utili, ma assolutamente insufficienti. Nel 1995 i vescovi cattolici tedeschi, insieme all’associazione ambientalista Bund, (più di 400.000 iscritti in Germania) incaricarono il prestigioso istituto Wuppertal di fare chiarezza. Esso raccolse in un libro di 425 pagine, pubblicato nel 1997 dai vescovi cattolici, le idee maturate dagli scienziati, tuttora valide. Quando la prima parrocchia italiana inaugurò un tetto fotovoltaico, già 700 parrocchie tedesche lo avevano.

Per rispettare il creato, per non compromettere il futuro dei figli, dobbiamo limitare a 2 ton/anno a testa la nostra produzione di CO2 equivalente. Per CO2 equivalente si intende quella prodotta bruciando i combustibili fossili, aumentata delle quantità equivalenti degli altri gas climalteranti. La quota individuale di 2 ton di CO2 comprende:
la quota sociale di CO2 prodotta per: sanità, illuminazione, trasporti, difesa, riscaldamento, costruzione e manutenzione strade, smaltimento rifiuti, reti di distribuzione ecc.
la quota personale di CO2 prodotta per: riscaldamento, energia elettrica, benzina, cibo, vestiario, mobili, opere o riparazioni murarie varie, la produzione degli apparecchi che acquistiamo, ecc.
In prima approssimazione assegnerei alla quota personale di CO2 la metà della quota individuale annua. Per chi volesse calcolare quanta CO2 produce, ho raccolto dei dati in: https://insiemeperconoscere.forumfree.it/?t=43992745
È difficile stare entro la quota personale. Io riesco solamente ad avvicinarmi ad essa. Dobbiamo cogliere ogni minima possibilità di ridurre la nostra produzione di CO2.

Fintanto che l’energia elettrica non sarà prodotta senza i combustibili fossili dobbiamo rinunciare:
Alle luminarie di Natale. Avremmo anche un effetto pedagogico.
Ai tosa erba dei giardini. Il prato lo si taglia manualmente o lo si lascia crescere.
A stirare.
Alla illuminazione delle facciate delle chiese fintanto che con dei tetti fotovoltaici, costruiti con le nostre offerte, produrremo tutta l’energia elettrica necessaria per illuminare la casa del Signore, avere cura del creato e dare un insegnamento morale.
Ai voli aerei per turismo e pii pellegrinaggi. Gli aerei producono quantità spaventose di CO2. Possiamo ammirare in immagine le bellezze lontane e possiamo avvicinarci ai luoghi santi con il cuore invece che con il corpo.
Alle seconde case, se non possiamo raggiungerle a piedi o in bicicletta.
Alle automobili e ai motorini, appena possibile. Preferire i mezzi pubblici, andare a piedi o in bici.
Il riscaldamento invernale e la climatizzazione estiva sono una causa fondamentale dell’inquinamento, ma per ragioni di spazio li tratterrò un’altra volta.

I generatori eolici e i pannelli fotovoltaici non possono produrre abbastanza energia da eliminare totalmente i combustibili fossili. Per questo, a maggior ragione, dobbiamo coprire interamente ogni falda di tetto ben esposta e in tutte le case nuove fare un tetto a una sola falda esposta a sud con l’inclinazione più adatta per la sua latitudine. I pannelli fotovoltaici potrebbero quadruplicare il loro rendimento. Questo è dimostrato teoricamente e sperimentalmente, ma non si sa se e quando ne potremo avviare la produzione industriale. Attualmente essi sfruttano la stessa parte dello spettro della energia solare, che utilizza la flora. La più facile.

Ci sarebbero tante altre cose da fare, ma ho già approfittato troppo della pazienza, di chi ha avuto la bontà di leggere.
Carlo Ceruti
 
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