Obama vince anche per l’Europa, mercoledì 7 novembre 2012, di Antonio Longo

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carloceruti
view post Posted on 8/11/2012, 09:56




Obama vince anche per l’Europa



mercoledì 7 novembre 2012, di Antonio Longo



autori Antonio Longo Membro della Direzione nazionale del Movimento Federalista Europeo, Direttore del Circolo culturale “Altiero Spinelli” - Milano

Mentre l’Europa non sa ancora decidere come uscire dalla crisi, l’America decide di andare avanti lungo la via tracciata da Obama. Con più convinzione rispetto alle aspettative, gli americani ci dicono che la via delle riforme della società americana deve proseguire, ora certamente con il vigore che prima è mancato. Obama, senza l’assillo di un altro mandato, può forzare là dove prima non ha potuto: sulla politica sociale, a partire dalla questione dell’immigrazione, sulla stessa riforma sanitaria e poi, soprattutto, sul peso abnorme della finanza, ponendo limiti alla sua azione speculativa. Le grandi banche d’affari che si sono schierate contro Obama perché voleva vietare le operazioni speculative utilizzando mezzi propri (detto in altri termini: con i soldi dei depositanti) ora sanno che avranno di fronte un Presidente più forte, che presenterà loro il conto.
I nuovi quattro anni di Obama possono rappresentare, più che una continuità più forte rispetto a prima, una svolta radicale nella sua politica. Ciò che prima non poteva fare, ora con il secondo mandato può farlo. E deve farlo se vuol passare alla Storia. E perché l’America ha bisogno di cambiare profondamente se vuole mantenere un ruolo di leadership. Obama deve innanzitutto puntare sulla riduzione delle disuguaglianze per avere una maggiore coesione sociale, condizione necessaria per poter cominciare a ridurre la montagna del debito pubblico e privato che rende il Paese dipendente dalle potenze emergenti. Deve far comprendere agli americani che una certa american way of life basata sul debito e sull’esportazione dell’inflazione nel mondo non può continuare. Deve capire che il ruolo centrale del dollaro sta volgendo al termine e che è necessario affrontare il governo di un mondo multipolare nel campo della moneta, dell’ambiente, della gestione delle risorse materiali, economiche e finanziarie.
Ma Obama può far imboccare un nuovo corso alla politica americana ad una condizione precisa. Se ci sarà anche l’Europa. Solo se l’Europa porta a compimento, in questi anni e da subito, la federalizzazione delle sue istituzioni, con la nascita di un governo democratico, responsabile davanti al Parlamento, potrà porre il problema di un nuovo ordine mondiale e rappresentare, per l’America di Obama, un partner fondamentale per lo sviluppo di una politica mondiale basata sull’interdipendenza tra le grandi aree del mondo.
L’America, nell’incredulità di molti, ha mostrato di voler ancora credere nel “yes, we can” di quattro anni fa. Tocca ora all’Europa dimostrare che si può cambiare anche su questa sponda dell’Atlantico. Nell’unico modo che serve per rispondere alla sfida del tempo: realizzando il “sogno europeo” che anche gli americani si attendono da noi.

 
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