Ulisse, di Umberto Saba

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domecil
view post Posted on 18/9/2013, 15:38




Ulisse
è la poesia che chiude la raccolta Mediterranee. Ulisse è il personaggio che da sempre in letteratura rappresenta l'inquietudine dell'uomo, la sua ricerca della verità e del senso della vita. Saba, come Ulisse, ha viaggiato in mari tempestosi, con venti contrari e ostili (sottovento) e ha pagato le sue scelte difficili con la solitudine e l'isolamento (terra di nessuno). Ma la ricerca del poeta non si arresta perché a spingerlo rimane, non domato, il suo amore per la vita, di cui accoglie anche il dolore che sempre e inevitabilmente l'accompagna:



Nella mia giovinezza ho navigato
lungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d'onda emergevano, ove raro
un uccello sostava intento a prede,
coperti d'alghe, scivolosi, al sole
belli come smeraldi. Quando l'alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano più al largo,
per fuggirne l'insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore



Analisi del testo
«Ulisse», che chiude la raccolta Mediterranee, è una lirica ispirata da un sentimento di serena, coraggiosa accettazione della vita che ha i suoi punti fermi (simboleggiati dal porto illuminato), ma nella sua essenza è ricerca incessante, navigazione verso l’ignoto. Il tema essenziale della poesia è quello ossessivo della solitudine e del rifiuto del conformismo, cioè dell’essere necessariamente come gli altri. Il poeta Saba, come un novello Ulisse, rifiuta la sicurezza del porto e si lascia trascinare al largo dall’amore della vita.

La poesia può essere suddivisa in due blocchi presentati dagli indicatori temporali «Nella mia giovinezza» e «Oggi». Ciò che li caratterizza è il destino del poeta: all’«Ho navigato» della giovinezza corrisponde il «me al largo sospinge ancora» proprio della vecchiaia: il viaggio e la ricerca sono dunque la costante dell’esistenza.

Nella prima parte Saba ricorda di quando, ancora giovinetto (probabilmente negli anni che intercorrono tra il 1899, cioè quando terminò gli studi all’accademia di commercio e nautica, e il 1903, quando si stabilì a Pisa), aveva navigato, in qualità di mozzo, nell’Adriatico, lungo le coste della Dalmazia; quel viaggio è qui utilizzato come metafora della vita.

Il ricordo si sofferma sugli isolotti, qui con ogni evidenza metafora dei pericoli e delle attrazioni (il male), belli ed insidiosi e abitati da uccelli rari (il bene); la loro scivolosità equivale alla pericolosità delle umane illusioni e dei richiami a cui un giovane non può resistere.

Quegli isolotti con la marea e con l’oscurità della notte si rendono pressoché invisibili e così le navi si trovano a dover orientare le loro vele in senso opposto a quello da cui soffia il vento, per poterli scansare, per evitare di imbattersi in quegli ostacoli mortali. Anche qui possiamo leggere una metafora: quegli scogli potrebbero essere le illusioni umane ed i richiami che tanto attirano i giovani; a volte percepibili dall’uomo e a volte oscuri, essi portano il giovane ad addentrarsi in esperienze talvolta dannose.

Nella seconda parte il poeta scrive di non avere più paura di quegli scogli, di quegli ostacoli che un tempo tentava di scansare; nella sua piena maturità («Oggi») egli vive «in quella terra di nessuno.»

Qui si allaccia il ricordo del porto, simbolo di pace, di riposo e di sicurezza, quel posto dove Saba non può sostare perché egli né vuole népuò interrompere la ricerca perpetua che aveva avviato nella sua giovinezza; il porto è, la sicrezza delle sue luci sono per gli «altri», per chi vuole ritirarsi in una tranquilla vecchiaia. Saba non si può fermare, il suo spirito ribelle lo porta ad affrontare la vita, non lo lascia accasciare nella vecchiaia, lo fa lottare, abbracciarsi con le gioie e scontrarsi con le insidie.

Il porto con le sue luci, il facile approdo, la sicurezza, non sono per lui; uno spirito ancora non domato, tuttora curioso di conoscere e di provare nuove esperienze e nuove emozioni, l'amore della vita che pure ha subito tante dolorose sconfitte, lo spingono al largo, a non accontentarsi di facili approdi e di territori già esplorati e senza rischi.
 
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