la saggezza : moderna utopia, dal WEB

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domecil
view post Posted on 7/10/2013, 16:14




G:.L:.R:.I:. LOGGIA HOCHMA 1 82 G:.L:.R:.S:.
LA SAGGEZZA: MODERNA UTOPIA ?
Viviamo nella civiltà in cui l'ordine della esperienza empirica e della scienza sono del tutto autonomi e indipendenti dai valori etici ed esistenziali. Questo è il problema della nostra epoca; come può il mondo moderno ritrovare una saggezza cioè una di sapere e di coscienza che non verta esclusivamente sugli oggetti del progresso ma anche sulla vita stessa intesa nel suo vissuto morale e sul modo di esistere? Questa separazione tra scienza e saggezza non esisteva nell'antichità classica. Il termine “sophia” (saggezza), infatti, quando fa la sua comparsa nella letteratura poetica o filosofica dell'antica Grecia, comprende tanto l'abilità tecnica quanto l'eccellenza nell'arte musicale, poetica, umanistica e metafisica; condizione, questa che è, al tempo stesso, risultato dell'educazione impartita da un maestro e il dono ricevuto grazie ad una ispirazione divina, ma ambedue le conoscenze promananti da una fonte divina: la saggezza è appannaggio degli dei e soltanto loro ne sono i dispensatori. Il termine Sophia si estende anche alla conoscenza politica, per cui quando nell'antichità si parla dei Sapienti ci si riferisce a legislatori ed educatori, come ad esempio Solone, che possedevano, oltre le competenze anzidette, anche quella politica. Le massime attribuite alla loro saggezza erano incise su una stele vicina al tempio di Delfi: “ Conosci te stesso” “Nulla di troppo”, “ Riconosci il momento favorevole”, “ l'esercizio è tutto”, “la misura è la cosa migliore”. Il fine di queste massime delfiche era soprattutto quello di rendere gli uomini consapevoli della distanza che li separa dagli dei e della limitatezza del loro sapere e della loro saggezza.
Socrate e Platone, con la loro riflessione sul termine philosophia (amore per la saggezza) sono coloro che diedero una impronta decisiva nella rappresentazione che
si fa dell'uomo saggio: grazie ad essi si diventa, infatti, consapevoli del carattere sovrumano della saggezza, stato trascendente e divino rispetto al quale l'uomo non può che riconoscere di essere separato da una distanza immensa. E di questa consapevolezza Socrate fa il principale mezzo per avvicinarsi alla saggezza. Il principio da cui muove la sua indagine è sintetizzato nel motto “conosci te stesso” (inteso come “conosci i tuoi limiti”). Egli prescrive l'auto-interrogazione, l'introspezione come primo momento di ricerca; esito di questo processo è il riconoscimento dell'ignoranza dell'uomo, il quale, in questo modo , apprende di “non sapere”. La riflessione di Socrate si dedica prevalentemente all'indagine dell'individuo e alla sfera dell'etica ma identifica la saggezza anche con la sapienza , cioè quella conoscenza che permette all'uomo di fare il bene e perseguire la giustizia.
Platone, sposta i termini della riflessione verso un mondo “ideale e sovrasensibile”: compito della sophia è il superamento della quotidiana apparenza al fine di pervenire alla verità.
Dopo Platone la saggezza si identifica con un sapere certo, consapevole, che non è concepito come il nostro sapere scientifico, ma piuttosto come un saper fare, sapere vivere, sfruttando il sapere di tutta l'anima.
Pertanto, la figura del Saggio è l'espressione della dualità inerente la sua condizione umana: da un lato, infatti, per sopportare la sua condizione , l'uomo ha bisogno di inserirsi nel tessuto dell'organizzazione sociale e politica, nel mondo rassicurante e familiare e comodo del quotidiano; dall'altro egli si confronta con ciò che si potrebbe chiamare l'indicibile e inconfutabile, l'enigma terrificanrte del suo esistere e nel contempo condannato a morte, della sua piccolezza nel cosmo e della consapevolezza della sua precarietà. L'uomo quotidiano cerca di eludere questa previsione dell'indicibile che gli sembra assurda e terrificante; l'uomo saggio è, invece, capace di vivere su entrambi i piani : perfettamente inserito nella vita quotidiana e tuttavia immerso nel cosmo; votato al servizio degli uomini , eppure perfettamente libero nella vita interiore; consapevole eppure sereno; sempre memore di ciò che è essenziale e infine , e soprattutto, fedele alla purezza morale,
Abbiamo accennato al sapere politico del Sapiente: il saggio antico, infatti, non rinuncia all'azione politica; in nessuna scuola filosofica dell'antichità classica il saggio
abbandona il desiderio e la speranza di esercitare un'azione sugli altri uomini e, seppure il carattere di detta azione varia da scuola a scuola , il fine è sempre lo stesso: agire per la polis, liberare, salvare gli uomini. E' un errore pensare che la figura del saggio presupponga la fuga e l'evasione dalla realtà quotidiana e dalle lotte della vita sociale e politica; il saggio invita all' agire secondo giustizia al servizio della comunità umana ed all'azione non solo esteriore ma soprattutto interiore, senza la quale la vita sarebbe inerziale.
Una posizione sovra-temporale assume, invece, quella straordinaria fonte di saggezza che è la Cabbala e che ha dimostrato la propria validita' nel corso di migliaia di anni. In effetti come guida spirituale e pratica alla vita, essa è ancora oggi attuale e può rappresentare un riferimento per vivere in modo più sereno, pur nelle incertezze del mondo odierno.
Ho proposto questi pochi riferimenti per meglio rappresentare come il concetto classico di saggezza abbia oggi ,se non perduto completamente, quanto meno dimenticato lo scheletro di tale virtù. Ma cos'è la saggezza oggi? perchè si è perduto tale equilibrio, e quale via ripercorrere per riconquistarlo? Forse una delle cause principali è stata l'avere frainteso, nel secolo appena scorso, il significato e lo scopo dell'educazione nonché del modo migliore di impartirla. Gran parte dell'umanità ha deciso che lo scopo dell'educazione è trasmettere la conoscenza , generalmente quella accumulata da una determinata famiglia, società, nazione. Ma in realtà l'educazione non ha molto a che vedere con la sola conoscenza ma va riferita alla saggezza onnicomprensiva; e noi stiamo tralasciando la saggezza per la conoscenza .Alle ultime generazioni è stato spiegato cosa pensare, invece di come pensare e come arrivare da soli alla verità: la conoscenza si perde , ma la saggezza non si dimentica mai perchè è il frutto consolidato della lealtà, tolleranza, etica, coscienza creativa, potere mentale, personalità e costruzione di se', spiritualità, consapevolezza e presa di coscienza.
Oggi, un falso o pseudo laicismo, quale opinione diffusa e dominante e supportato da fuorvianti ed effimeri indirizzi dei media, ci conduce all'indifferenza, all'oblio del senso del sacro e del rispetto, alla rinuncia della scelta personale e dell'indipendenza di giudizio. Al posto di un Umanesimo attento alle scelte morali, subentra una
persuasione collettiva, più o meno subliminale, che funge da nuova ideologia del potere di classi dominanti (economiche, politiche, sociali, religiose etc).
Altra errata configurazione della saggezza è oggi, secondo me, è la soggettivazione della stessa, a discapito del pensiero obbiettivo: l'individuo tende sempre più a crearsi una “propria” saggezza, a sua misura, costruita col proprio metro di valutazione ,e presuntuosamente affermata.
Nell'equilibrio umano, non si tratta quindi di esaltare l'avere a discapito dell'essere o viceversa ma di trovare il giusto equilibrio spirituale e razionale che non li contrapponga, ma armonicamente li componga nell'esercizio della virtù.
Abbiamo bisogno di una nuova saggezza e di un nuovo Rinascimento umano; e
volendo formulare la ricetta (stavolta semiseria) della saggezza.....eccola qua ( tratta dal saggio “Il viaggio astrale” di Laura Tuan e che mi piace citare):
“prendete di ogni cosa il giusto mezzo, condite con un pizzico di fede, di rispetto per gli altri e con due gocce di serenità. Colate via l'arroganza, l'eccesso, il consumismo e guarnite con foglioline di interiorità” ;
Noi massoni non pretendiamo di essere maestri di vita o di saggezza, ne' speriamo di diventarlo, ma abbiamo il dovere di tendere verso di essa in quanto i principi etici, morali e spirituali che la compongono sono gli stessi che noi tentiamo di realizzare con i nostri strumenti di lavoro, quindi i soli che ci avvicinerebbero ad una condizione di equilibrio sociale, interno e spirituale.
C'è così tanto da imparare. C'è così tanto da capire dentro di noi e sulla nostra vita.
E sono tutte cose positive, anzi prodigiose.
….............a proposito HOCHMA significa SAGGEZZA, SAPIENZA
 
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